Xtreme Makeover: Toronto Edition a cura di Sliwka Ryszard

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Regent Street South,Toronto: Progetto di Riqualificazione del Patrimonio Edilizio Residenziale Intensivo.
Fulvia Pazzini

1. DEMOLIRE E RICOSTRUIRE OPPURE TRASFORMARE?

Dal punto di vista economico, ambientale e sociale, trasformare è meglio che demolire e ricostruire. Secondo gli studi sviluppati da E.R.A. architects, planningAlliance e il dipartimento Cities Centre della Univerity of Toronto, i costi di trasformazione di un edificio esistente sono tra 1/2 e 1/5 inferiori ai costi di demolizione e ricostruzione dello stesso numero di unità abitative(1). Dal punto di vista ambientale la demolizione e ricostruzione comporta un utilizzo intensivo di energia ed essa è evidentemente maggiore rispetto a quella necessaria per la trasformazione di un edificio esistente, poiché esso possiede l’energia incorporata data dalla sua costruzione. Infine lo spostamento sebbene temporaneo degli abitanti di un quartiere ad alloggi provvisori per procedere alla demolizione degli edifici obsoleti, comporta un serio disagio sociale per gli abitanti stessi. D’altra parte la trasformazione dell’esistente limita lo spostamento e quindi il disagio degli abitanti.
Parte importante del rinnovo dell’esistente consiste nel ripensamento del suo involucro, la cui prestazione incide fortemente nel consumo energetico dell’edificio e ciò comporta, ancor di più per edifici di particolare interesse storico-architettonico, la ricerca di una soluzione architettonica adeguata.
Tuttavia una reale riqualificazione energetica passa attraverso la sostenibilità ambientale dell’edificio in relazione alla città e quindi la trasformazione diventa l’occasione per ripensare il sistema di viabilità e accessibilità, i servizi di quartiere e il sistema di produzione di energia.

Abbiamo difronte a noi un’eredità economica e sociale che incombe e una consapevolezza ambientale che ci impone di modificare l’atteggiamento sostenuto finora. Il patrimonio edilizio residenziale intensivo sviluppatosi dal dopo guerra in poi deve essere considerato una risorsa.

2. IL CASO STUDIO: EDILIZIA RESIDENZIALE INTENSIVA NELL'AREA GREATER GOLDEN HORSESHOE, CANADA

L'area di studio è localizzata all'interno della Greater Golden Horseshoe, (G.G.H.), area d’influenza economica di Toronto. Localizzata nella zona sud della regione dell'Ontario, l'area G.G.H. ha una popolazione di otto milioni di abitanti, circa il 60% della popolazione della regione Ontario e il 25 % della popolazione dell'intero Canada.

2.1 LO SVILUPPO DELLA TIPOLOGIA A TORRE NELL'AREA G.G.H.

Nell'area Greater Golden Horseshoe, la tipologia residenziale che si sviluppò nel periodo post-bellico s’ispirò alle idee architettoniche moderniste europee in auge in quegli anni. La categoria in questione è quella della “tower in the park”, che racchiude tipologie intensive a torre e in linea, situate in aree dagli ampi spazi aperti.
Particolarità dello sviluppo canadese dell'edilizia abitativa moderna consiste nel fatto che la maggior parte delle unità residenziali furono finanziate e incoraggiate da privati imprenditori, per un mercato di giovani coppie, anziani e immigrati. Questo è in contrasto con la realtà americana di quegli stessi anni, e in parte con quella europea, in cui fu la pubblica amministrazione che si fece carico della costruzione di un patrimonio edilizio che rispondesse alle esigenze abitative della popolazione. Il risultato  di questo investimento  fu un boom dell'edilizia intensiva che durò almeno venti anni dal 1960.(2)
Diverse contingenze contribuirono alla predilezione della tipologia "tower in the park" nello sviluppo dell'edilizia residenziale nella G.G.H. Un primo fattore fu un'innovazione costruttiva nella fase di cantiere. Si diffuse, infatti, il metodo flying form che permise di velocizzare e rendere più efficiente la realizzazione di strutture in calcestruzzo armato in elevazione. Il flying form consiste in un metodo di costruzione in cemento armato per cui la cassaforma è semplicemente riutilizzata ed issata da un livello al successivo. Oggi è comune pratica di cantiere.
Nondimeno fu importante il ruolo della politica della pianificazione urbanistica, che promosse attivamente lo sviluppo della "tower in the park", in modo tale da rispondere alla richiesta residenziale con una tipologia  intensiva  e  allo stesso  tempo  ottimizzare  gli  investimenti  riguardanti  le  infrastrutture pubbliche.
Inoltre, rispetto al consueto sprawl a bassa densità, la tipologia a torre fu considerata una scelta più responsabile dal punto di vista dell'uso del suolo, guadagnando l'approvazione da parte delle autorità locali, che in alcuni casi la resero obbligatoria.
A ciò va aggiunta la condizione di degrado in cui versavano alcuni quartieri residenziali molto densi nella città di Toronto, negli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale. Cabbage Town ne è un esempio. Dunque in alcuni casi l'amministrazione regionale3 si fece carico di sviluppare dei programmi di edilizia residenziale pubblica e intraprese piani tra i quali  Regent Park South(1958) ispirati ai progetti contemporanei europei.

L'inizio del boom dell'edilizia residenziale privata ad alta densità si ebbe  nel 1955-1958 con i progetti di newtown di Thorncliffe e Flemingdon Park, situati nella  allora  periferia  nordest  di  Toronto.  Ispirati  ai  modelli  nordeuropei,  i progetti offrirono appartamenti dagli standard moderni, all'interno di ampi parchi, collegati ad infrastrutture e distretti lavorativi. Succesivamente ne seguirono molti altri.
Tuttavia demandare la soddisfazione della domanda abitativa al settore privato portò negli anni ad un abbassamento della qualità dei progetti in favore della quantità. Passarono in secondo piano gli investimenti commerciali, culturali e infrastrutturali che spesso non furono realizzati. In questo modo si costruì un enorme patrimonio edilizio claudicante che oggi definisce il paesaggio di Toronto e che necessita di corposi interventi.

2.2 IL PANORAMA ATTUALE NELL'AREA G.G.H.4

Patrimonio edilizio:
Le torri residenziali di altezza minima di otto piani, con struttura in cemento armato, all'interno dell'area G.G.H., sono 1.925. Complessivamente contengono 383.838 unità abitative, ovvero il 13% in tutta l'area G.G.H. Considerando una media di 2,6 persone ad unità si può stabilire che le torri ospitano circa un milione di persone, ovvero circa il 12 % di tutta la popolazione della Greater Golden Horseshoe. Il 79% degli appartamenti non è di proprietà e rappresenta il 33% del totale delle unità in affitto in tutta l'area G.G.H.
Localizzazione e dimensioni:
Gran parte delle torri, il 62%, si trova a Toronto. Il 28%  è  all'interno  della Greater Toronto and Hamilton Area, (G.T.H.A.) senza Toronto, e il 9% nell'anello più esterno della G.G.H.
Se si paragonano questi dati con la situazione nordamericana, si evince che l'area metropolitana di Toronto ospita un numero rilevante di torri per appartamenti, seconda solo a New York.

Regione metropolitana

Edifici ad alta densità oltre i 12 piani

New York

5.568

Greater   Toronto   and   Hamilton Area

2.321

Greater Chicago

1.111

Greater Vancouver

614

Gli edifici più alti, ovvero con un numero di piani superiore a 18, si concentrano maggiormente nelle città di Toronto, Mississauga e Hammilton. Nell’area più periferica della G.G.H.la maggior parte delle torri ha meno di 12 piani.

Numero di livelli

Numero di torri

Da 8 a 12 livelli

658

Da 12 a 18 livelli

779

Con più di 12 livelli

488

Clusters:
Nella G.G.H. l'89% delle torri residenziali è situato all'interno di piccoli clustersdi due o più torri, il 62% si trova all'interno di clusters di più di cinque torri e solo l'11% delle torri è isolato e si trova per lo più nella zona periferica della
G.G.H.Questo fenomeno è diretta conseguenza delle politiche urbanistiche che sostennero maggiormente la costruzione d’interi quartieri residenziali a torre.

Dimensione delle proprietà immobiliari:
Le torri residenziali sono situate normalmente su grandi estensioni di terreno. Nell'area G.G.H. in particolare, sono presenti circa 2.197 ettari di terreno. Il 47% dei lotti all'interno della G.G.H. è maggiore di un ettaro di superficie che è occupata dall'edificio solo per il 10-20%.
Questi dati diventano più interessanti se si prendono in considerazione i clusters. Il 57% delle proprietà immobiliari di torri residenziali confina con un altro lotto con edificio a torre. E' evidente che in queste situazioni si hanno vaste aree di non costruito.
Emissione di gas serra:
Le torri residenziali, costruite tra il 1946 e il 1969 in Ontario, sono tra le maggiori consumatrici di energia tra tutte le tipologie residenziali della regione. Si calcola che esse consumino il 25% di energia a metro quadro in più rispetto a una casa unifamiliare dello stesso periodo.
Se si tiene in considerazione lo studio svolto da Arup per la città di Toronto (The Community Energy Plan Report) e lo studio svolto da John H. Daniels, Università di Toronto (Tower Renewal Guidelines), si può affermare che la produzione di gas serra delle torri residenziali varia tra le 5,3 e le 5,8 tonnellate per ogni unità.
L'analisi approfondita riguardo le forme e le strutture dei quartieri di edilizia intensiva residenziale è fondamentale per scegliere le  aree  da  riqualificare dalle quali ottenere maggiori risultati.
Considerazioni:
La trasformazione dell'edilizia intensiva offre maggiori potenzialità rispetto alla riqualificazione di pari unità abitative di singole case unifamiliari. I clustersdi edifici residenziali di altezza superiore agli otto piani, possono sfruttare  al meglio le infrastrutture per la produzione e la distribuzione di energia prodotta da fonti rinnovabili, come la creazione di centrali di compostaggio, riducendo il trasporto in discarica, oltre ad ottimizzare i sistemi municipali di fornitura dell'acqua, ma soprattutto essi possono ricavare maggiori vantaggi nell'operazione  di  overcladding, letteralmente “rifoderatura dell'involucro”.
Inoltre la datazione dell'edificio è un fattore importante per la determinazione delle aree da riqualificare. Gli edifici costruiti prima della crisi energetica del 1973 sono generalmente i più dispendiosi di energia. Solo dopo questa fase ci fu una maggiore attenzione alle prestazioni dell'involucro dell'edificio. (5)
Incrociando i dati si può dunque stabilire quali interventi siano da preferire per ottenere un riscontro efficace in tempi brevi.

2.3 I PIANI E LE OPPORTUNITA' PER L’AREA G.G.H.

Un breve accenno va fatto ai piani della regione dell’Ontario e della città di Toronto, che prevedono una programmazione per lo  sviluppo nel territorio. In particolare si può fare riferimento ai piani Big Move-Metrolinx's 2008 RegionalTransportation Plan, (R.T.P), e Regional Trasportation Plan per lo sviluppo del trasporto pubblico, al piano per la densificazione del territorio urbano, Growth Plan for the Greater Golden Horseshoe e al The Province's Go Green: Ontario's Action Plan on Climate Change, piano che si pone come obiettivo  quello di ridurre le emissioni di  gas serra entro il  2020 del 15%  rispetto  ai  valori  del 1990.
Nonostante i piani abbiano obbiettivi diversi, la trasformazione dell’edilizia esistente permette la convergenza degli stessi verso un unico progetto. Tenuto conto della propensione ad usare i mezzi pubblici, anche dovuta al  basso numero di residenti che possiedono un mezzo privato, gli abitanti dei clustershanno la potenzialità di diventare l'utenza che sostiene il piano di miglioramento del trasporto pubblico. Inoltre la densificazione di queste aree porterebbe a una maggiore ottimizzazione delle infrastrutture, dei trasporti e della distribuzione energetica oltre a sostenere una politica di mix funzionale, attraverso l’inserimento di nuove attività terziarie e a diventare una possibile strategia di finanziamento. Allo stesso modo, la costruzione di nuove unità abitative potrebbe sostenere una strategia di diversificazione sociale in base al reddito.

2.4 I  FINANZIAMENTI

Recenti studi canadesi(6) e internazionali7 hanno calcolato il costo medio per il rimodernamento delle unità abitative tra i 25.000 e i 45.000 dollari canadesi per ciascuna unità abitativa, a seconda se si tratti di un semplice intervento sull'edificio o di un progetto di riqualificazione completo. Comunque sia, la ristrutturazione energetica, architettonica e di servizi dell'edilizia residenziale intensiva rimane un investimento finanziario considerevole.
In Europa, in particolare nei paesi del nord, sono presenti molti casi di riqualificazione. In Germania i finanziamenti per l'investimento sono derivati dal project financing tra enti privati e pubblici. Per esempio, nel progetto per Markisches Viertel a Berlino, la società statale per l'alloggio pubblico GESOBAU ha usufruito di prestiti privati ripagandoli attraverso il differenziale tra il prezzo dell'affitto rimasto invariato e il risparmio  nel  consumo  energetico  a  seguito della riqualificazione.(8)
Nel Regno Unito la Homes and Communities Agency (H.C.A.) è una agenzia pubblica che svolge il ruolo di partner finanziario per la realizzazione di progetti residenziali e di riqualificazione con un budget annuo di 5 miliardi di sterline. La H.C.A. offre finanziamenti sotto forma di prestiti a bassi interessi per aumentare l'investimento privato. La H.C.A. controlla i progetti, assicurando in tal modo progetti di qualità, dal punto di vista architettonico, sociale e ambientale.
Generalmente in nord d’Europa la densificazione delle aree sottoutilizzate dei clustersresidenziali contribuisce alla creazione di capitali da destinare al finanziamento de progetti di trasformazione. Il flusso di entrate derivate dallo sviluppo di nuova edilizia sostiene economicamente la riqualificazione degli edifici esistenti e la  realizzazione di  nuove strutture di servizi per i  vecchi e nuovi residenti.
Il contesto canadese è largamente diverso da quello europeo, poiché gran parte dell'edilizia residenziale intensiva appartiene a investitori privati, in particolare a Toronto l'85% delle torri residenziali è di proprietà privata. Inoltre la situazione è resa più complessa dal fatto che spesso in un unico edificio sono presenti diversi proprietari, ognuno con esigenze e possibilità diverse.
Un altro fattore non meno importante è il  costo  relativamente  basso dell'energia, in particolare per quanto riguarda il gas naturale. Ciò comporta che il riscontro economico dovuto al risparmio nel consumo dell'energia di un edificio rinnovato, non sia così elevato come può esserlo in Europa.
La strategia comunque più diffusa rimane quella del project financing tra pubblico e privato. Un ruolo fondamentale deve essere quindi svolto dallo Stato attraverso il controllo di tutte le fasi, la pianificazione e tutti quei programmi9 che, pur nascendo con intenzioni diverse dalla  riqualificazione,  convergono verso gli stessi obbiettivi.

3. IL CASO DI PROGETTO: REGENT PARK, TORONTO

Regent Park è un quartiere situato nella zona sudovest di Toronto, vicino al centro economico della città ed è uno dei primi progetti di edilizia pubblica in tutto il Canada. Si estende per circa 68 mila metri quadri, costituendo uno dei progetti più vasti in tutto il paese.
RegentParknasce dall'esigenza di riqualificare una zona della città soggetta ad una grave emergenza sociale. Si ergeva in essa una edilizia povera, così come lo erano i suoi abitanti. Il quartiere era conosciuto con il nome di Cabbagetown,letteralmente città del cavolo, dalla diffusa coltivazione nella zona di questo ortaggio. Nel 1948 fu intrapresa la prima fase di un processo di riqualificazione statale. Furono abbattute le case esistenti e sostituite con un'edilizia moderna in laterizio d’ispirazione howardiana. Rivolto per lo più all'interno, il quartiere era tagliato fuori dal rumore ma anche dalla città stessa.
Qualche anno più tardi, nel 1957, la Ontario Housing Corporation, avviò la seconda fase dell'intervento, sviluppando Regent Park South. Questa volta il progetto fu affidato all'architetto di origini inglesi Peter Dickinson. Gli edifici residenziali in questo caso non fecero più eco al modello della garden city, ma ai  grandi  interventi  di  edilizia  residenziale  lecorbusieriani.  Peter  Dickinson progettò cinque eleganti lame in calcestruzzo armato che si ergevano per 14 piani, ciascuna attorno ad una area destinata a verde. Propose un'interessante soluzione tipologica ad L. Le unità abitative si sviluppavano su due piani, l'ingresso era posto al livello superiore, in cui erano anche situate le stanze da letto. Scendendo si accedeva al piano inferiore e alla zona giorno che si estendeva lungo tutta la larghezza del corpo di fabbrica,  permettendo  in questo modo il doppio affaccio.
Presto però in tutta RegentRegentParksi diffuse degrado e criminalità. Il carattere d’introversione del complesso divenne un problema per i residenti che si sentirono esclusi dalla città costretti in ampi spazi circondati da edifici. Ciò e la mancanza di una strategia di mix sociale nell’inserimento delle famiglie trasformò in poco tempo il quartiere in una sorta di ghetto.
7.500 residenti, 70 lingue diverse, 60% della popolazione di origine straniera, 56,4% di popolazione giovane sotto i 24 anni, questi erano i numeri del quartiere fino a qualche anno fa, tra i più poveri del paese, caratterizzato dalla carenza di servizi e di spazi adeguati alla ricreazione. La sovrabbondanza di spazi aperti senza una specifica peculiarità, rendeva critica la definizione di un limite tra gli spazi privati e quelli pubblici. Inoltre il carattere introverso del complesso e la presenza di molte strade a culdesacrendevano difficile l'orientamento e quindi lo spostamento all'interno del quartiere, aumentando la sensazione d’insicurezza. Negli anni divenne tristemente famoso per le vicende di violenza che si consumavano all'interno, nonostante gli sforzi e l'impegno d’istituzioni e di numerose e radicate associazioni di quartiere.

3.1 IL PIANO DI RECUPERO: THE REGENT PARK REVITALIZATION PLAN

Il disagio sociale, la criminalità diffusa e l'invivibilità del quartiere costrinsero le istituzioni a prendere dei provvedimenti. A partire dal 1980 ci furono le prime proposte di riqualificazione per il quadrante nordovest, sostenuto da Regent Park Northwest Steering Comitee, e il quadrante nordest affiancato da Regent Park Redevelopment Working Comitee. Nonostante gli sforzi, la mancanza di uno strumento finanziario adeguato impedì ogni tipo di progresso significativo.
La svolta si ebbe quando, nel 2001, il Governo dell'Ontario trasferì la proprietà di RegentParkalla municipalità, dalla precedente gestione  regionale  della Metro Toronto Housing Authority. La giurisdizione municipale attraverso la Toronto Community Housing,  permise  una  amministrazione  maggiormente legata al territorio e riprese così nuovamente in mano il progetto per la riqualificazione di RegentParksino ad allora abbandonato dalla OntarioProvincial Goverment. Nel luglio del 2003 la Toronto Community Housing adottò definitivamente il piano di trasformazione, approvando il RegentParkRevitalizationPlan.
Il piano consiste in una programmazione quindicennale il cui obiettivo è di sostituire le residenze esistenti con una parte di unità abitative ad affitto calmierato e un'altra di nuove unità per il mercato immobiliare. Inoltre il piano promuove un progetto completo di riqualificazione del quartiere attraverso la ridefinizione della rete viaria per riattivare la connessione con l'esterno del quartiere, ma anche per introdurre percorsi ciclabili e pedonali. Prevede anche la risistemazione delle aree verdi come l'allargamento del parco adiacente alla storica scuola Nelson Mandela Public School. Il tema dell'emarginazione sociale è affrontato con un piano di assegnazione delle unità abitative che prevede la diversificazione del reddito familiare e una differenziazione funzionale, con l'inserimento di attività commerciali e spazi per la comunità.
Una  volta  terminato  il  piano,  si  prevede  che  Regent  Park  ospiterà  all'incirca
5.100 unità residenziali, di cui 1.770 saranno destinate all'edilizia popolare e altre 3.300 unità saranno adibite al mercato immobiliare, di queste 700 offriranno affitti calmierati. Questi numeri si traducono in un totale di 12.500 residenti, pari ad un aumento della popolazione di circa il 40%.
L'investimento totale per la riqualificazione di Regent Park, si aggira intorno al miliardo di dollari canadesi, in cui sono compresi la sostituzione degli edifici, le costruzioni di nuovi servizi per la comunità, strade, infrastrutture, l'inserimento di abitazioni ad affitto calmierato e nuove unità per il  mercato  immobiliare. Questo investimento è sostenuto sia dall'intervento pubblico, sia dal settore privato. In particolare il contributo comunale della Toronto Community Housingsarà di 500 milioni di dollari canadesi.
La demolizione della fase 1 è stata completata nel 2006 e nell'aprile del 2010 il Goverment of Canada, il Goverment of Ontario e la Toronto CommunityHousing, hanno celebrato l'apertura ufficiale di quattro edifici del piano di riqualificazione di RegentPark.In questo momento è in  corso  la  fase  2  del piano.

3.2 CRITICHE AL PIANO

Nel piano Regent Park Social Development Plan, pubblicato nel 2007, sono descritte accuratamente le reti sociali esistenti nel quartiere, a partire dalla popolazione, alle associazioni di quartiere e ai soggetti esterni interessati nel partecipare alla riqualificazione. In modo molto approfondito sono state ascoltate le proposte e si è poi proceduto nel definire alcune linee guida per una migliore interazione tra i diversi soggetti implicati.
Se è vero che si è tenuto conto anche del soggetto sociale nel progetto di riqualificazione di un quartiere che certamente aveva bisogno di un intervento serio di trasformazione coadiuvato dalle istituzioni, più deboli sono state le scelte riguardanti il processo di attuazione del piano.
La demolizione e ricostruzione degli edifici comporta un grave disagio sociale, in quanto i residenti sono trasferiti per un periodo di circa tre anni in altre unità abitative. Inoltre secondo quanto è riportato nel Regent Park Social Development Plan (2007), sebbene circa 1.770 unità abitative di social housing saranno destinate al ricollocamento dei residenti, non tutti gli abitanti troveranno nuovamente un alloggio nel quartiere di Regent Park, ma ad alcuni verranno affidate delle case genericamente situate nell' area a est del centro di Toronto.
Di rilevanza non secondaria diventa anche l'aspetto energetico. Come spiegato in precedenza, il rinnovamento di un edificio esistente permette di conservare l'energia incorporata e il processo di costruzione comporta un minore dispendio di energia. Ciò diventa ancora più vero se i progetti per i nuovi edifici non tengono  conto  della necessità  di  progettare  secondo  un'ottica  di  risparmio energetico, ma più secondo la logica, anch'essa importante  ma  secondaria, della vendibilità. Sono per cui già realizzate alcune torri rivestite in vetro, sicuramente appetibili dal punto di vista commerciale, ma certamente dispendiose dal punto di vista energetico.
Dispiace che nonostante le ottime intenzioni e gli obiettivi preposti, questi vengano raggiunti con metodi tradizionali di demolizione e ricostruzione, ormai anacronistici. Considerando la sua storia pioneristica, Regent Park potrebbe dinuovo diventare il modello di riferimento per successivi progetti di riqualificazione del patrimonio edilizio residenziale intensivo.
Quando è possibile, la demolizione e ricostruzione degli edifici dovrebbe essere evitata. A RegentParkSouthsono attualmente state demolite due delle cinque lame progettate dall'architetto Peter Dickinson. La proposta progettuale alternativa propone di integrare all’interno del piano RegentParkRevitalizationPlanun nuovo progetto di trasformazione che contempli la conservazione degli edifici superstiti di P. Dickinson, la realizzazione di un nuovo tracciato viario e l’inserimento di nuove volumetrie.

4. UNA PROPOSTA PROGETTUALE ALTERNATIVA

Regent Park South ospita al suo interno diverse funzioni pubbliche. Nonostante la presenza di attività pubbliche tra gli edifici residenziali, in particolare a ridosso delle lame dell’architetto P. Dickinson è evidente la presenza di grandi vuoti.Questo è sì dovuto alla tipologia stessa che prevedeva alti edifici residenziali circondati dal verde, ma ciò è comunque accentuato dalla assenza di una connettività chiara. Se si esclude l’accesso da Dandas St Est, gli accessi all'area sono pertugi e le strade spesso non attraversano l’intera profondità del lotto.
La proposta progettuale inizia proprio dalla ridefinizione di una rete di connessioni che permetta nuovamente il collegamento del  quartiere  con  la città, ma che allo stesso tempo faccia dialogare la maglia regolare della città di Toronto con la particolare direzionalità degli edifici dell’architetto P. Dickinson che sono interamente preservati.
Successivamente si definisce la mappatura degli spazi pubblici e delle aree destinate alla densificazione. Un'area verde e delle aree attrezzate per lo sport sono situate circostanti la scuola Nelson Mandela Pubblic School, mentre altre aree pubbliche aperte di decompressione sono disseminate all'interno del lotto, in particolare in adiacenza delle lame dell'architetto Peter Dickinson. Il ridisegno della rete stradale e degli spazi pubblici permette il ripensamento della qualità del suolo e quindi una gestione dell'acqua consapevole, a partire dall'attenzione sulla permeabilità del terreno, alla raccolta dell'acqua piovana per il riuso, per esempio, nell'irrigazione delle aree verdi.
Il progetto prevede l’inserimento di nuove funzioni. Le residenze del piano terra degli edifici dell’architetto P. Dickinson sono sostituite con un fronte commerciale e con dei locali pensati per accogliere attività professionali degli stessi residenti. In alternativa il piano terra è semplicemente svuotato per permettere una permeabilità trasversale sia di tipo pedonale, sia, in alcuni casi, carrabile. Inoltre nel basamento degli edifici possono essere ospitate le aree per la raccolta dei rifiuti e sostenere così una nuova gestione che consideri il sistema del compostaggio.
Per aumentare il carattere urbano, i nuovi servizi pubblici e di quartiere sono inseriti al piano terra in volumi che intersecano perpendicolarmente le lame. Le lame sono ulteriormente articolate dall’inserimento di attività più strettamente condominiali, distribuite all’interno degli edifici ed in copertura, quali serre, lavanderie ed asciugatrici, oltre che dall’introduzione di possibili nuove unità abitative.
Nella proposta di riqualificazione la copertura degli edifici di P. Dickinson contiene inoltre il sistema di pannelli solari che, insieme al geotermico, contribuisce alla riduzione del consumo energetico della rete nazionale.
Tuttavia la produzione di energia deve essere sostenuta da una strategia di riduzione della richiesta stessa: l’involucro è ridisegnato per migliorare la sua capacità isolante e di controllo dei fattori di acqua, aria, vapore. Utilizzando la tecnica dell’overcladding, letteralmente di “rifoderatura”, è possibile inserire, all’esterno dell’originale cortina laterizia, il materiale isolante in maniera continua.La materialità del laterizio originale è ripresa con un rivestimento di pannelli in terracotta assemblati secondo il sistema della facciata ventilata, che si ammorsa alla struttura orinale in calcestruzzo armato.  Il telaio che definisce i prospetti delle lame è riproposto nella sua geometria con dei nastri in lamiera metallica forata, che permette l’attivazione della ventilazione nel sistema di facciata. L’involucro è ridisegnato dalla copertura alle fondazioni, per un intervento completo sulla prestazione energetica. Infine l’inserimento di pannelli scorrevoli frangisole colorati introduce un elemento di rottura della rigida ripetitività della maglia strutturale, con elementi che variano nella facciata a seconda dell’uso degli utenti.
La fattibilità del progetto è sostenuta in parte dalla densificazione dell’area, ciò oltre a creare un tessuto urbano più forte, permette di attivare finanziamenti privati a sostegno dell’intera riqualificazione.
La proposta progettuale alternativa per la trasformazione dell’edilizia esistente, non solo rispetta le altezze stabilite nel RegentParkPhaseII.PlanningReport, ma propone oltre alla conservazione delle tre lame di 14 piani, anche una maggiore differenziazione delle altezze disegnando in questo modo un tessuto maggiormente articolato, con una densità territoriale di circa 9mc/mq.

Il progetto non vuole negare un processo di riqualificazione del territorio, ma anzi vuole proporre una trasformazione integrale dal punto di vista urbanistico, architettonico ed ambientale con la consapevolezza delle carenze che questi grandi cluster hanno oggi nonostante l’importanza che l’edilizia intensiva residenziale ha avuto a partire dalla ricostruzione postbellica in poi in Europa, in Canada e nel resto del mondo. Una trasformazione che limiti il disagio della popolazione residente e che sostenga l’evoluzione del suo tessuto sociale e che, infine, consideri l’esistente come un patrimonio, non da demolire, ma da sfruttare in quanto risorsa.


BIBLIOGRAFIA

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Milgrom, Richard. RegentParkat fifty. Pubblicato sulla rivista Canadian Architect, agosto, 1999
Regent Park Project. Toronto, Ontario. Articolo pubblicato sul periodico della Royal Architectural Institute of Canada, Aprile, n°4, 1957
Stewart, Graeme. Thorne, Jason. Tower Neighbourhood Renewal in the GreaterGoldenHorseshoe.AnanlysisofhighapartmenttowerneighbourhoodsDevelopedinthePost-WarBoom(1945-1984). Ontario Growth Secretariat, Ministry of Infrastructure, 2010
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RIFERIMENTI WEB
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Bentley Mays, John, A Clean Slate? The Toronto Community HousingCorporationbeginstheprocessofreinventingthelegendaryRegentPark,pubblicato sulla rivista Canadian Architect, versione digitale, agosto, 2005
http://www.canadianarchitect.com/news/a-clean-slate/1000196977/


RINGRAZIAMENTI
Desidero ringraziare in particolare Rick Haldenby, Preside della School of Architecture at the University of Waterloo, per l’entusiasmo dimostratomi e la grande opportunità offertami. Allo stesso modo ringrazio Gemma Selvanera, per la sua disponibilità e per la spinta iniziale che mi ha portato ad insistere ed approfondire il tema di ricerca poi svolto. Ringrazio il Prof. Val Rynnimeri, della School of Architecture at the University of Waterloo, per il ruolo di guida durante la realizzazione del progetto, il Prof. John Straube, University of Waterloo, per la passione e serietà dimostrataci durante il corso TheScienceoftheBuildingEnvelope ringrazio tutta la Scuola. Un ulteriore ringraziamento va al Master di Architettura, Storia, Progetto dell’Università degli Studi di Roma Tre, al Prof. Francesco Cellini, direttore del Master e alla cordinatrice, Maria Margherita Segarra Lagunes.


NOTE

[1] Secondo il Tower Renewal Guidelines, for the comprehensive retrofit of multi-unit residentialbuildingsin cold climates, (J. H. Daniels Faculty of Architecture, Landscape and Design, University  of  Toronto,  2009)  il  costo  per  il  rimodernamento  completo  di  una  unità  è  pari  a $32.250. Lo studio City of Toronto. Mayor's Tower Renewal Community Energy Plan, (Arup, 2010) stima il prezzo ad unità pari a $27.300. Lo UK Study, Roadmap to 60%, Eco-Refurbishment of 1960's flat,(2008) stima il rimodernamento completo a $27 500 ad unità. Tra i casi presentati nello studio di Berlin's Schulze-Boysen-Strasse low energy tower, il costo più elevato è pari a $43.700 ad unità. Questi valori sono stati confrontati con la stima media di demolizione e successiva ricostruzione, pari a $2.691 al metro quadro.

[2] Il periodo preso in considerazione nello studio Tower Renewal Guidelines, for  the comprehensive retrofit of multi-unit residential buildings in cold climates, (J. H. Daniels, Faculty of Architecture, Landscape and Design, University of Toronto, 2009) è quello compreso tra il 1945 e il 1984. Tuttavia l'89% degli edifici residenziali è stato costruito tra il 1960 e il 1980.

[3] Fino al 2001 l'istituzione che si occupava della politica abitativa era theMetroTorontoHousingAuthority(M.T.H.A.) all'interno dell'OntarioProvincialGoverment. Dal 2001 le proprietà passarono ai comuni e a Toronto nacque the Toronto Community Housing.

[4]Tutti i dati riportati nei seguenti paragrafi sono ripresi dallo studio Tower NeighbourhoodRenewalin the Greater Golden Horseshoe. An anlysis of high apartment tower neighbourhoodsDevelopedin the Post-War Boom 1945-1984, (G.Stewart, J. Thorne,2010).

[6]Lo studio di Arup, Mayor'sTower Renewal Community Energy Plan, 2010, ha riscontrato infatti che gli edifici costruiti a partire dalla metà degli anni settanta hanno dei livelli di prestazione e di isolamento maggiori degli edifici costruiti precedentemente.

[6]Tower Renewal Guidelines, for the comprehensive retrofit of multi-unit residential buildings incoldclimates, (J. H. Daniels, Faculty of Architecture, Landscape and Design, University of Toronto, 2009)

[7]City of Toronto. Mayor's Tower Renewal Community Energy Plan, (Arup, 2010)

[8]Tower Neighbourhood Renewal in the Greater Golden Horseshoe. An anlysis of high apartment tower neighbourhoods Developed in the Post-War Boom (1945-1984), (G.Stewart, J. Thorne, 2010).

[9] Il Province's Go Green: Ontario's Aciton Plan on Climate Change, il Growth Plan for the Greater Golden Horse shoe e il piano Ontario's Poverty Reduction Strategy.