BRASILE. Dall'architettura sostenibile, una nuova dignità urbana a cura di Carlo Pozzi con Claudia Di Girolamo

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Habitação e Cidade: la riduzione della pericolosità nelle favelas Valter FabiettiPDF

Normalmente associare il termine pericolosità al termine favelas richiama alla memoria immagini di scontri tra polizia e narcotrafficanti o, nella migliore delle ipotesi, l’insicurezza sociale generata dalle condizioni di povertà e disagio dei favelados.
Esiste, tuttavia, una pericolosità naturale che è intrinsecamente associata alle ragioni della nascita e dello sviluppo delle favelas. Si tratta delle “esternalità negative” definite dai sociologi Marques e Torres[1]. In altre parole, oltre alla condizione di sofferenza sociale ed economica (bassa o nulla scolarità, instabilità della proprietà del suolo, scarsità di risorse economiche, disoccupazione, criminalità e narcotraffico), la pericolosità nelle favelas è riferibile ai rischi ambientali connessi ai siti di localizzazione: fianchi di colline o montagne, pendii ripidi, rive di fiumi, aree di dissesto idrogeologico esistente o indotto.
Vi è una stretta correlazione tra l’elevata pericolosità ambientale e la nascita dell’insediamento dei favelados: il processo di graduale impoverimento delle aree rurali, che le ha portate nel tempo a diventare “esportatrici di migranti”, ha generato una crescente domanda di spazio per abitare nei poli urbani. Si tratta di una domanda non solvibile, espressione di un fabbisogno che non trova spazio nel mercato immobiliare[2].
L'impossibilità di acquisire alloggi, anche a basso costo, costringe i migranti a realizzare in autocostruzione abitazioni non convenzionali in aree non idonee all’insediamento residenziale, se non a costo di rilevanti interventi di consolidamento del suolo e di regimentazione delle acque. Costi che, ovviamente, esulano dall’orizzonte delle disponibilità economiche dei favelados.
Nelle zone in cui il mercato immobiliare non può esercitare la sua funzione (dune, zone umide, zone di protezione dei bacini idrici, colline elevata pendenza, rive di fiumi e corsi d'acqua, aree forestate) sorgono le favela[3].

 

Problemi strutturali: fondazioni, materiali incoerenti, stabilità dei suoli e rischio idrogeologico

Le caratteristiche geologiche e geotecniche dei siti e dei modi d’intervento sono motivo di incremento della pericolosità e del rischio di frane ed erosioni del suolo. L’elevata densità insediativa, l’inconsistenza delle strutture di fondazione, l’approssimativo sistema di drenaggio delle acque, cui si abbinano scarsi se non nulli sottoservizi (segnatamente il sistema fognario) determinano un rischio permanente, aggravato stagionalmente dalle condizioni meteorologiche estreme che caratterizzano le regioni tropicali.
In assenza d’interventi correttivi, il processo di occupazione del suolo avviene secondo uno schema “incrementale”, basato sul riempimento degli spazi vuoti o interstiziali, aggravando le condizioni di precarietà delle infrastrutture di base (acqua, fogne, elettricità e scarico) e la robustezza e la densità di abitazioni.

Il nuovo corso politico e l’emergere del Brasile come potenza economica mondiale, ha generato negli ultimi 15 anni una nuova attenzione al tema delle favelas. Diversi programmi sviluppati dalla comunità internazionale, segnatamente da UN- Habitat[4], e alcuni provvedimenti legislativi del governo brasiliano[5] ridefiniscono i termini dell’intervento sulle favelas, con la volontà di restituire “dignità di cittadinanza” ai favelados. L’integrazione tra abitazione e città diviene lo slogan di riferimento per ripensare il progetto sulle favelas.

 

Habitação e Cidade: master e cooperazione universitaria

A seguito del mutato orientamento nei confronti delle favelas e dell’intervento necessario per renderle luoghi vivibili, molti programmi di ricerca si sono sviluppati sul tema della progettazione urbana degli insediamenti informali. Alcune università brasiliane hanno da tempo introdotto nei loro programmi di studio e nelle sperimentazioni didattiche la ricerca di percorsi virtuosi di progettazione urbana per la riqualificazione delle favelas. In particolare, la “Escola da Cidade” di San Paolo ha attivato un master denominato Habitação e Cidade, il cui campo applicativo nel 2012 ha visto sperimentare soluzioni progettuali per l’intervento nella favela Jardim Colonial.
Grazie alla cooperazione interuniversitaria, realizzata mediante programmi di scambio di docenti, il Dipartimento di architettura dell’Università D’Annunzio ha partecipato al Jury finale del master, individuando alcuni spunti di riflessione per l’avanzamento della ricerca sul progetto urbano nelle favelas.

Molti insediamenti richiedono il consolidamento e il miglioramento delle unità abitative e dell’ambiente di immediata prossimità. Emerge, nella lettura delle esperienze sviluppate nel Master, la necessità di definire tipologie insediative flessibili che si adattino al contesto, sia morfologico che costruttivo. Il tipo insediativo, pur presentando chiari aspetti di standardizzazione, deve comunque mantenere una flessibilità che ne consenta a declinazione che la adatti al contorno. Ci si riferisce qui sia ai rapporti che l’insediamento della favela dovrà avere con la “città formale” sia del confronto, inevitabile, con le condizioni di rischio generate dalla “inadeguatezza” del substrato morfologico su cui poggia l’insediamento.
Rispetto a quest’ultimo tema appaiono interessanti alcune soluzioni adottate nei progetti del Master rispetto alla verticalità dell’insediamento: percorsi esterni e interni al costruito che sfruttano la pendenza del suolo per generare connessioni nel tessuto edilizio della favela, sfruttando anche arditi sistemi del verde per ridurre la densità insediativa e per il consolidamento.
Una particolarità delle proposte formulate nei progetti sviluppati nel Master riguarda il rapporto dell’insediamento con l’acqua. Il rischio idrogeologico rappresenta indubbiamente, assieme alla dotazione infrastrutturale (fognature, reti d’illuminazione, smaltimento rifiuti), uno dei nodi da sciogliere per il risanamento delle favelas. Utilizzare i fattori di rischio come un’opportunità progettuale appare certamente un elemento di grande interesse: controllare i livelli idrici mediante casse di espansione, integrate con gli spazi pubblici e specchi d’acqua, liberare le aree di maggiore pendenza consolidandole attraverso percorsi e canali gradonati rappresenta uno dei punti di forza del progetto per la favela sviluppato nel Master.

[1] Haroldo da Gama Torres, Eduardo Marques, Poverty and Space: Patterns of Segregation in São Paulo , relazione al Workshop “Spatial Segregation and Urban Inequality in Latin America”. Austin, Novembre 15-16, 2002; si veda anche  Politicas Sociais e Territorio. Uma abordagem metropolitana, SãoPaulo em perspectiva, 18(4): 28-38, 2004. http://www.scielo.br/pdf/spp/v18n4/a05v18n4.pdf
[2] Secondo la Commissione Pastorale della Terra, dei 38 milioni di abitanti delle zone rurali , il 73 % ha redditi annui al di sotto della soglia di povertà - duecentosessanta dollari.
[3] Rogéiro Miranda ricorda che l'occupazione delle zone ecologicamente fragili e a rischio (le pendici del Massiccio Centrale, la costiera Pirajubaé, il bacino del Big Bag, le mangrovie del Rio Tavares) è un segno distintivo della favela. Rogério Miranda HABITAÇÃO POPULAR & FAVELAS, Florianópolis, outubro de 2001
[4] Tra gli altri ricordiamo Global Campaign for Secure Tenure 1999 UN-HABITAT o Cities Without Slums della Word Bank,  il cui scopo era definire l’alloggio adeguato, la sicurezza fondiaria e abitativa, la revisione degli standard per le aree della città frutto di processi informali oltre alla necessità di coinvolgere gli abitanti in processi partecipativi.
[5] In particolare l’Estatuto da Cidade, la legge Federale n° 10257 del 10 luglio 2001 che regolamenta gli articoli 182 e 183 della Costituzione Brasiliana del 1988 stabilendo le direttrici generali della politica urbana.