Dossier. Bologna, piano progetti e politiche a cura di Patrizia Gabellini e Martina Massari

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L’assemblea cittadina per il clima a Bologna
Mauro Bigi, Marika Milani
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Parole chiave: Assemblea cittadina, Partecipazione, Cambiamento climatico, Democrazia partecipativa
Keywords: Citizen assembly, Participation, Climate change, Participatory democracy




Abstract:     

         
IT) L’assemblea cittadina per il clima è l’ultimo strumento di democrazia partecipativa adottato dal Comune di Bologna. Il percorso che ha condotto alla nascita dell’assemblea è iniziato nel 2019 con la dichiarazione di emergenza climatica, passando per la co-progettazione del percorso grazie all’esperienza “un clima di partecipazione”, fino alla prima seduta il 29 Maggio 2023. Il testo ripercorre brevemente le ragioni della genesi, i primi risultati e le aspettative che questo strumento propone.


EN) The citizen climate assembly is the latest participatory democracy tool adopted by the Municipality of Bologna. The path that led to the birth of the assembly began in 2019 with the declaration of climate emergency, passing through the co-design of the path thanks to the "a climate of participation" experience, until the first session on May 29, 2023. The text briefly traces the reasons for the genesis, the first results, and the expectations that this instrument proposes.




La neutralità climatica è forse la più grande sfida di innovazione e trasformazione globale dei sistemi urbani, produttivi e di mercato del nostro tempo. L’Unione Europea si è data l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica netta come continente entro il 2050 attraverso un processo progressivo e dinamico. Una tappa fondamentale è fissata con il pacchetto “fit for 55” al 2030 entro cui si dovranno ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55%.
Questo insieme di norme, ancora in corso di discussione a livello europeo, prevede di intervenire riducendo le emissioni climalteranti su molteplici settori, quali il trasporto stradale e il trasporto marittimo interno, gli edifici, l'agricoltura, i rifiuti, le piccole industrie. In parallelo saranno revisionati i meccanismi che limitano le emissioni da parte delle grandi industrie e si avvierà un processo di decarbonizzazione della produzione dell’energia necessaria al nostro continente.
Se ci limitiamo a questa prospettiva potrebbe sembrare che la transizione verso la neutralità climatica sia semplicemente una partita tra legislatori e mercato. Ma non è così. Le città pur coprendo solo il 3 % del territorio terrestre producono oltre il 70 % delle emissioni di gas serra. In Europa si stima che entro il 2050 quasi l'85 % della popolazione vivrà in aree urbane. E’ chiaro che nessuna trasformazione sistemica può prescindere dalle città e dai cittadini che le vivono.
Bologna, che ha dichiarato nel 2019 l’emergenza climatica ed ecologica, è una delle 100 città selezionate dalla Commissione Europea per far parte della Missione Città intelligenti e a impatto climatico zero ed ha deciso di sperimentare un nuovo percorso partecipativo, l’Assemblea Cittadina.
Il sottotitolo della Missione europea è “by citizens for citizens” a sottolineare il ruolo fondamentale dei cittadini in questo processo. Ma come tradurre in pratica l’idea che la transizione sia un processo in cui i cittadini non sono solo destinatari ma anche promotori del cambiamento?

 

L’Assemblea per tradurre in pratica la transizione

L’Assemblea cittadina è uno strumento democratico che coinvolge direttamente i singoli nel prendere decisioni di interesse generale. È un organo indipendente, con durata e compiti predeterminati, in cui un campione, estratto casualmente in modo rappresentativo della popolazione, si confronta e definisce proposte condivise. Si riunisce per un periodo limitato, durante il quale si alternano momenti di formazione e momenti di discussione per formulare e votare proposte. Assemblee di questo tipo sono già state realizzate in altri paesi europei; in Francia, per esempio, è stata sperimentata la “Convention Citoyenne pour le climat”, che ha preso decisioni su temi ambientali e climatici o più recentemente la Convenzione sul fine vita. In parallelo molte città hanno attivato Assemblee cittadine sui temi dei cambiamenti climatici, pur con modalità e finalità differenziate.
Attuare un percorso così innovativo e complesso richiede una grande attenzione per capire come renderlo realmente percorribile ed utile nel contesto di ogni città. A Bologna questo processo di co-design delle regole è stato curato dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana nell’ambito del progetto “un clima di partecipazione” che ha ottenuto un finanziamento della Regione Emilia-Romagna e che ha prodotto delle linee guida per la realizzazione dell’Assemblea cittadina, successivamente certificate dal tecnico di garanzia della partecipazione regionale.
Il progetto ha coinvolto un “Tavolo di Negoziazione” di cui facevano parte soggetti del mondo economico, del terzo settore, dell’ambientalismo e una delegazione istituzionale di Consiglieri comunali ed esponenti della Giunta. Il Tavolo ha elaborato delle raccomandazioni su come attuare le Assemblee cittadine nello specifico contesto di Bologna. Il percorso attraverso il quale si è arrivati alle Linee Guida si è composto di diverse fasi: l’apertura di una call pubblica sul sito Chiara.eco in cui le organizzazioni e gruppi informali interessati potevano manifestare l’interesse a prendervi parte, la pubblicazione di un questionario aperto anche a singoli cittadini disposti a elaborare delle proposte, la realizzazione di eventi pubblici per informare il Consiglio comunale e la città sul processo in atto e l’istituzione di un Tavolo di Negoziazione. Quest’ultimo non ha voluto sostituirsi o sovrapporsi al processo partecipativo vero e proprio che sarà realizzato attraverso l’Assemblea, ma si è dato sin dal principio l’obiettivo di co-progettarne il funzionamento e la governance insieme a una molteplicità di attori che rappresentano o esprimono interessi politici, economici e sociali rilevanti su cui andrà a deliberare l’Assemblea per il Clima.
Il Tavolo di Negoziazione ha coinvolto 56 persone, che si sono confrontate sul funzionamento dell’Assemblea e sulla relazione con l’istituzione comunale, in sessioni plenarie e divise in diversi gruppi di lavoro. Accanto agli incontri di negoziazione ci sono stati alcuni altri momenti di approfondimento e conoscenza.
Il Consiglio comunale ha ospitato due sedute conoscitive in cui sono stati invitati esperti, ricercatori ed esponenti delle amministrazioni di altri paesi europei. Accanto a queste testimonianze si sono aggiunti tre appuntamenti di approfondimento tecnico e giuridico, su temi selezionati durante il percorso e su cui l’assenza di sufficienti informazioni e conoscenze rischiava di compromettere la qualità della negoziazione.

 

Il regolamento dell’Assemblea

Partendo dalle indicazioni e raccomandazione contenute nelle Linee Guida del Tavolo di Negoziazione, il Consiglio comunale ha approvato una modifica allo Statuto della città che ha introdotto l’Assemblea tra gli strumenti partecipativi e successivamente ne ha definito le modalità di attuazione nel Regolamento sui diritti di informazione e partecipazione dei cittadini.
Secondo il Regolamento l’Assemblea puo’ essere attivata in tre modi: su richiesta della maggioranza assoluta dei Consiglieri (come nel caso della Assemblea per il clima), su iniziativa popolare con richiesta di almeno 5000 persone, su iniziativa di almeno la meta’ piu’ uno dei consigli di Quartiere cittadini.
Questo lungo processo ha portato nel dicembre 2022 all’indizione da parte del Consiglio comunale della prima Assemblea cittadina sul clima. L’Assemblea è composta da 100 cittadini e cittadine, di cui 80 residenti rappresentativi della composizione della città per genere, età e quartiere di residenza, 10 studenti universitari fuori sede e 10 abbonati al trasporto pubblico non residenti nel Comune. Questi 20 city users daranno voce a quelle persone che pur non essendo residenti vivono la città e hanno a cuore le scelte che la riguardano.
Il Consiglio comunale ha dato all’Assemblea un mandato e delle modalità operative molto precise. In particolare, i cittadini dovranno “definire proposte e raccomandazioni all’Amministrazione per rendere Bologna la prima città solare, rinnovabile e sostenibile, accelerando drasticamente la transizione energetica giusta, verso un modello basato sulla riduzione dei consumi, l’efficientamento energetico, la produzione e utilizzo di energia rinnovabile, l’autoconsumo energetico individuale e collettivo, le comunita’ energetiche”.
L’Assemblea lavorerà per 4 mesi (eventualmente estendibili per un massimo di altri 3 mesi su decisione dell’Assemblea stessa), incontrandosi per 8 sedute. Nella prima fase di lavoro l’Assemblea sarà accompagnata da alcuni esperti individuati da un Comitato di soggetti indipendenti. Successivamente, l’Assemblea ascolterà portatori di interesse, associazioni, gruppi di cittadini che chiederanno di portare le loro idee.
Nell’ultima fase di lavoro i membri dell’Assemblea dovranno definire in modo condiviso proposte e raccomandazioni al Consiglio comunale che avrà 4 mesi di tempo per analizzarle, valutarle e votarle. Se il Consiglio deciderà di respingere alcune proposte o di accettarle solo parzialmente dovrà motivare questa decisione. L’esito di questo percorso confluirà nel “climate city contract”, lo strumento che le 100 città della Missione europea devono approvare per definire le azioni e gli investimenti necessari a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030 e che Bologna prevede di approvare nella primavera 2024.
Il Regolamento dedica molta attenzione anche alla fase di attuazione, monitoraggio e verifica attraverso gli organi del Comune e ad una specifica programmazione della Giunta comunale degli obiettivi gestionali discendenti dalle deliberazioni assunte, in un concreto impegno che diventa specifico piano di attività impegnativo per l’Ente.




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