Dossier. Bologna, piano progetti e politiche a cura di Patrizia Gabellini e Martina Massari

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Il complesso di Villa Aldini nel quadro della rigenerazione dell’area sud di Bologna
Manuela Faustini Fustini, Federica Legnani
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Abstract:    

           
IT) Villa Aldini è un complesso monumentale localizzato nella zona collinare a sud di Bologna, circondata da diversi luoghi attrattivi, a poca distanza dal centro storico. Il progetto di riqualificazione del complesso di Villa Aldini è inserito nel contesto della strategia di Bologna “Impronta Verde”, che vedrà la realizzazione di una grande infrastruttura ecologica comprendente una rete di sei nuovi parchi urbani che servirà a favorire l’implementazione della mobilità dolce e a generare un impatto positivo a livello ambientale.


EN) Villa Aldini is a monumental complex located in the hilly area south of Bologna, surrounded by several attractive places, a short distance from the historic center. The Villa Aldini complex redevelopment project is part of Bologna's "Green Footprint" strategy, which will see the creation of a large ecological infrastructure including a network of six new urban parks that will serve to encourage the implementation of soft mobility and generate a positive environmental impact.




L’area collinare di Bologna è una ricchezza sia dal punto di vista naturalistico, sia per la molteplicità di luoghi storici e funzioni pubbliche che vi hanno sede, tra cui la facoltà di Ingegneria, diverse strutture scolastiche, i Giardini Margherita, il complesso di San Michele in Bosco, l’Ospedale Rizzoli, il Seminario Arcivescovile, gli storici conventi dell’Annunziata, dell’Osservanza e l’eremo di Ronzano, il parco di villa Ghigi, l’ex area militare Staveco, il santuario di San Luca con il suo portico devozionale, recentemente iscritto alla World Heritage List dell’UNESCO.
In questo eccezionale contesto si inserisce il complesso monumentale di Villa Aldini, di cui fanno parte la villa neoclassica vera e propria, con il suo maestoso pronao ionico ottastilo, l’attiguo edificio, risalente al 1940, adibito originariamente a casa del Mutilato e poi la casa protetta e il parco collinare. Villa Aldini fu costruita nel 1811 dall’allora legato e ministro di Napoleone, Antonio Aldini il quale ricevette l’idea di edificare una villa in cima al colle dell’Osservanza in seguito al soggiorno bolognese di Napoleone Bonaparte del giugno 1805, e agli apprezzamenti espressi dall’imperatore sulla vista panoramica che si poteva godere da quel luogo.
Il complesso monumentale è il risultato di una serie di trasformazioni architettoniche che si sono succedute in un arco di tempo ultrasecolare, che ha portato il duecentesco oratorio di Santa Maria del Monte, il cenobio benedettino e la Rotonda del Monte a diventare in epoca napoleonica il capolavoro dell’architetto Giovanni Battista Martinetti (Ceccarelli, 2021), per poi giungere ai giorni nostri in uno stato di semi – abbandono, con qualche problema strutturale e senza una chiara destinazione funzionale.

Il valore storico e artistico della villa, la sua posizione unica sulle pendici della prima collina, costituiscono un mix perfetto tra cultura e natura che può diventare un fertile incubatore di progetti connessi al rispetto dell'ambiente, alla conoscenza e all’espressione dell’arte e a tutte le attività collaterali.

Gli assetti e strategie locali del Piano Urbanistico Generale del Comune di Bologna (PUG)1, entrato in vigore nel 2021, hanno assegnato al complesso di Villa Aldini il ruolo di “luogo catalizzatore” per l’intera area Osservanza-Paderno e di “centralità” in una rete di relazioni con la città storica con grandi potenzialità di rafforzamento ed estensione. A livello d’indirizzo, anche in considerazione del fatto che già costituisce un luogo di aggregazione spontanea, il PUG prevede la valorizzazione di Villa Aldini e dell’attiguo parco quale luogo di incontri polifunzionali e trasversali alle diverse categorie sociali e accessibile a tutti. Il PUG inoltre contempla un'azione particolarmente significativa sulla mobilità dolce per organizzare un nuovo sistema di accessibilità alla collina e migliorarne la fruibilità, considerando Bologna come snodo di sentieri per il turismo lento, in una rete di percorsi nazionali ed europei.
La rigenerazione del complesso di Villa Aldini si inserisce in una fitta rete di relazioni fra le attività culturali, educative e sociali sviluppate nella zona sud della città che comprende:

  • il parco di Villa Ghigi, distante solo pochi passi a piedi, dove ha sede la Fondazione Villa Ghigi2, dedicata all’educazione ambientale e convenzionata con il Comune di Bologna. Il parco è molto frequentato dai cittadini di tutte le età e, recentemente, è stata anche assegnata la ‘casa del custode’ per ospitare attività culturali e di socialità;
  • la Biblioteca Comunale “Amilcare Cabral”3, anch’essa raggiungibile con una breve passeggiata, che è stata recentemente oggetto di un intervento di riqualificazione ed è già coinvolta nella gestione temporanea dell’area con attività di promozione della lettura, inclusione sociale attraverso la cultura, dialogo interculturale;
  • i Giardini Margherita, principale polmone verde della città, che costituisce l’avamposto verso la collina di una città sempre più alla ricerca di connessioni con il verde urbano e l’ambiente naturale. Alcuni immobili di proprietà comunale all’interno dei Giardini sono stati oggetto di rifunzionalizzazione: le vecchie serre e gli uffici annessi sono oggi spazi di coworking, incubatore per start-up, attività formative, culturali, ricreative e di ristorazione grazie un partenariato pubblico-privato;
  • l’area ex STA.VE.CO., per la quale l’Agenzia del Demanio, proprietaria del complesso, ha bandito nel gennaio 2023 il Concorso di progettazione “Parco della giustizia di Bologna”4 che ha come obiettivo l’accorpamento in un unico luogo degli uffici giudiziari del capoluogo emiliano, recuperando una grande area a ridosso della collina, dal grande impatto sull’intera morfologia cittadina, prevedendo anche spazi ad uso pubblico.

Per dare concretezza alle previsioni del PUG, il Comune di Bologna ha colto l’occasione fornita dalla presenza dei Fondi PNRR Next generation EU e ha presentato una proposta di rigenerazione urbana con l’obiettivo di trasformare il complesso monumentale in un polo culturale e educativo immerso nella natura, destinandolo ad ospitare attività fortemente legate alla sostenibilità ambientale, alla valorizzazione dei beni e alle attività culturali.
La proposta prevedeva che nell’edificio più recente trovassero sede una “scuola nel bosco” e connesse attività di educazione ambientale rivolte a tutta la cittadinanza; la romanica Rotonda del Monte sarebbe stata valorizzata grazie ad un percorso espositivo dedicato, mentre il corpo centrale della villa neoclassica sarebbe diventato uno spazio polifunzionale per mostre, installazioni ed eventi. I locali non monumentali della villa avrebbero ospitato spazi di lavoro e residenze temporanee per artisti e studiosi. Nell’area di progetto la proposta prevedeva il recupero del sentiero CAI 904 e degli altri itinerari pedonali e la realizzazione di una nuova linea di trasporto pubblico sostenibile dedicato alla collina.
Nelle estati post pandemia 2021 – 2022 è stato sperimentato un riuso temporaneo del complesso di Villa Aldini ad opera di soggetti culturali e associazioni, che ha visto alternarsi azioni performative nel verde, residenze artistiche in un’ala della villa, attività culturali e sociali e punto di ristoro. Il riuso temporaneo ha avuto il duplice scopo di prefigurare le future linee di lavoro e di testare punti di forza, debolezza, opportunità e minacce relative al progetto di rigenerazione.

Il riscontro di pubblico è stato molto positivo, testimoniato da una raccolta di opinioni da parte dei fruitori che ha consentito di far emergere temi utili per la progettazione. Il riuso temporaneo ha avuto tanto successo da essere stato riproposto anche per l’estate 2023.
A seguito dell’ottenimento del finanziamento PNRR, nel 2022 è stato incaricato del progetto architettonico lo Studio Zamboni di Reggio Emilia, città per la quale ha progettato l’intervento di recupero e valorizzazione dei chiostri di San Pietro (Zamboni, 2022), per la parte strutturale è stato incaricato lo studio d’ingegneria Ballardini di Bologna e a marzo 2023, dopo aver ricevuto l’autorizzazione da parte della Soprintendenza, è stato pubblicamente presentato il progetto definitivo.
Il progetto definitivo è stato oggetto di una collaborazione intersettoriale e interistituzionale molto ampia che ha coinvolto, tra gli altri, il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, la Fondazione Villa Ghigi, la Fondazione per l’Innovazione Urbana e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Reggio Emilia, Modena e Ferrara.
Il progetto presentato si propone di coniugare la conservazione dei valori storico – monumentali del complesso con le nuove funzioni previste, anche in considerazione delle differenti condizioni dello stato di fatto dei singoli immobili.

In particolare, gli interventi previsti per la Villa Neoclassica sono principalmente volti al consolidamento strutturale, all’organizzazione dell’accessibilità e della circolazione interna e alla realizzazione di impianti e servizi. Riguardo il primo tipo di interventi, le condizioni precarie dell’edifico renderanno necessaria la demolizione del coperto che sarà sostituito mantenendo le geometrie originarie. Dal punto di vista strutturale si prevede di rinforzare alcune strutture portanti sia verticali sia orizzontali comprese le fondazioni.

L’organizzazione dell’accessibilità del complesso coinvolgerà sia gli edifici che gli spazi esterni. La Villa vedrà una riorganizzazione con l’accesso principale che avverrà attraverso un grande foyer e che potrà all'occorrenza anche essere utilizzato a servizio di altre attività temporanee. Inoltre, il grande salone centrale monumentale sovrastante il foyer sarà restituito alla pubblica fruizione per ospitare attività culturali di vario tipo, in cui è previsto anche lo stazionamento del pubblico. Seguendo la logica di razionalizzazione dei flussi la Rotonda della Madonna del Monte manterrà il suo accesso dall'esterno a sud e la sala con cui è già collegata all’interno sarà destinata ad essere uno spazio espositivo al suo servizio. Per valorizzare questo accesso, ma anche a beneficio di tutto il complesso, il torrino piezometrico presente sarà demolito, consentendo così di allargare lo spazio disponibile tra i due edifici principali del complesso.
Al di sotto della Rotonda, a piano terra, è prevista la realizzazione di un alloggio, accessibile direttamente dall'esterno, e dei servizi igienici pubblici, accessibili dal grande atrio centrale. Nella parte ovest, i locali a piano terra saranno destinati ad attività di somministrazione e saranno presenti un’altra serie di servizi pubblici. Il primo piano di questa parte è in diretto collegamento e a servizio del salone centrale, mentre al piano superiore è previsto un altro alloggio, destinato preferibilmente a residenza per artisti, e altri servizi igienici. Il superamento delle barriere architettoniche renderà non solo gli spazi aperti al pubblico ma anche quelli di servizio accessibili a tutti, grazie in particolare ad un ascensore ed un montacarichi.
L’edificio attiguo, l'ex-casa del mutilato, che è stato costruito negli anni Trenta del ‘900, sarà oggetto di interventi di adeguamento per ospitare le funzioni scolastiche. Il progetto prevede di insediare tre sezioni per bambini dai 3 ai 6 anni e un centro per l’educazione in natura, che possa ospitare classi di ogni ordine e grado di tutto il territorio bolognese e che rimanga aperto tutto il corso dell’anno per la libera fruizione di iniziative culturali, formative e artistiche che mettano al centro l’espressività e l’arte.

Con i fondi già stanziati del PNRR, che ammontano a 6 milioni di euro, sarà possibile realizzare un primo stralcio del progetto complessivo, che consiste nella demolizione del torrino piezometrico, nel rifacimento del tetto della villa neoclassica e nella realizzazione della scuola e dei laboratori didattici nella ex casa del mutilato.
Attualmente il Comune di Bologna, in accordo con il Ministero della Cultura, sta lavorando per reperire le risorse necessarie per il completamento del progetto.

 

 

Riferimenti bibliografici

Ceccarelli, F. (2021) L’intelligenza della città. Architettura a Bologna in età napoleonica, Bologna University Press, Bologna.
Zamboni, A. (a cura di) (2022), Non finito. I chiostri di San Pietro in Reggio Emilia, ZAA Zamboni Associati Architettura, Quodlibet Studio, Macerata.




Note

1 http://dru.iperbole.bologna.it/piano-urbanistico-generale

2 https://www.fondazionevillaghigi.it/

3 http://www.centrocabral.com/

4 https://www.comune.bologna.it/notizie/concorso-progettazione-parco-giustizia-staveco https://www.concorsiarchibo.eu/parco-giustizia-bologna/home

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