Esperienze Parallele

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SITULA_LUBIANA
Passato e futuro nella nuova stazione Casa-Voyageurs di Casablanca
Bevk-Perovic Arhitektj
Giulio Girasante
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“Il concetto di riqualificazione implica un approccio integrato ai problemi del territorio e presuppone una domanda di qualità (qualità ambientale, qualità delle relazioni umane, qualità della vita urbana) che può essere soddisfatta soltanto da interventi mirati e da politiche oculate soprattutto nei settori a più alto indice di inquinamento urbano.
In questo senso la riqualificazione è diventata innanzitutto un modo del tutto nuovo di intendere le trasformazioni urbane e il loro governo, un “processo” di progettazione coordinata, di azione concertata tra i diversi interessi pubblici e privati, di mediazione tra i grandi obiettivi di interesse generale e gli interessi particolari”
Sostenibilità, qualità e sicurezza nei sistemi di trasporto e logistica
a cura di Edoardo Marcucci, Enrico Musso 

 

“Situla” è un nuovo intervento firmato da Bevk Perović arhitekti nella capitale slovena. L’intervento, concepito nella consapevolezza che la molteplicità degli argomenti che animano il dibattito sulla complessa questione della città contemporanea ha come fondamento comune quello della rigenerazione, si fa carico di inquadrare il tema della trasformazione urbana determinandone, in primo luogo, le strategie di sviluppo e le metodologie del business plan ; e, soltanto dopo, fornendo risposte concrete attraverso l’azione di progetto. In questo senso, i paradigmi progettuali assunti dai progettisti, sia per il riuso, sia per i nuovi insediamenti, sia per la riqualificazione, tendono a generare processi di contaminazione nella città.

“Three facts condition city management and corresponding management of large projects under present economic and financial circumstances: strong planning, complex financial structures and, of course, environment- friendly planning and development.”
Miran Gajsek, M.Sc., architect (head of planning city of Ljubljana)

Il complesso “Situla”, pietra fondante di un masterplan più ampio che si estende sull’area della stazione centrale e che configura l’ingresso orientale alla città, è considerato il più grande intervento di riqualificazione urbana di tutta la Slovenia. Il progetto, sebbene segua i canoni e gli schemi rigorosamente dettati dal piano generale, si definisce attraverso una sua marcata originalità, in cui si riconosce l’inconfondibile capacità progettuale ed espressiva dei suoi autori che, oggi, cavalcano l’onda di una meritata gloria internazionale.
L’intervento vuole diventare il seme che, germogliando, possa avviare il processo di trasformazione di una parte di città in grado di rigenerare gli spazi della stazione ferroviaria centrale e non viceversa.
Il confronto con i modelli delle grandi città europee offre l’occasione per riflettere sul grande deficit comune che è l’assenza di una pianificazione urbana controllata e lungimirante per le aree dei grandi nodi infrastrutturali, in particolare per le stazioni ferroviarie. Questi luoghi, nella loro posizione centrale all’interno delle aree urbanizzate, assurgono al ruolo di potenziale catalizzatore di trasformazioni spontanee frutto di una società multietnica, in costante e rapida trasformazione.
Laddove la città soffre proprio nelle sue aree più deboli, quali risposte sono in grado di dare, enti e amministrazioni, alle aspettative di rigenerazione economica, occupazionale, sociale, ambientale, urbana? Quali sono i modi per perseguire lo sviluppo sostenibile della trasformazione del territorio in termini di compatibilità ambientale e di coesione sociale? Quali sono le condizioni per cui le criticità nelle interazioni città/preesistenza possano divenire occasioni per generare processi di riqualificazione?
L’intervento “Situla” prende atto della complessità dell’area della stazione, declinandone le tensioni in quanto punto di incontro/scambio e di interfaccia sociale, culturale, economica e assume un ruolo centrale strategico per generare processi e relazioni.
Nelle previsioni del Masterplan, il lotto destinato all’intervento doveva comprendere un edificio di circa 80.000 metri quadrati da destinare a residenze, commercio, uffici e parcheggi interrati. I progettisti hanno interpretato questi parametri creandone un mix funzionale e sociale, dando luogo, di fatto, molto più che un piccolo quartiere. L’intervento, così, può essere inteso anche come modello procedurale a scala urbana.
L’edificio, oltre che da cinque piani di parcheggio interrati, è costituito da una piastra commerciale su tre livelli, da due torri ad uffici e residenze e da un grattacielo di venti piani organizzato attraverso un mix di tipologie residenziali capaci di promuovere una società eterogenea. 
Obiettivo principale del progetto è di racchiudere le diverse funzioni sotto un unico segno: una pelle che cela e, allo stesso tempo, converte gli edifici in un solo edificio, dinamico e sinuoso che ben si adatta alla porzione di città a cui si sovrappone, accentrando l’attenzione sulle criticità legate alla esistenza ingombrante della stazione ferroviaria.
La pelle, color bronzo, segno ricorrente dei progettisti, al piano seminterrato è costituita da lamelle verticali che nascondono gli ingressi di servizio, scompare quasi totalmente al piano terra per dar spazio ad ampie vetrine modulari e, dal primo piano, diventa di lamiere traforate che, aprendosi e scorrendo, disegnano un prospetto sempre nuovo e dinamico.

Escludendo il piano di ingresso ai garage, la galleria commerciale costituisce il vero attacco a terra dell’edificio dando origine a piazze interne ed esterne a quote diverse che, prendendo atto del dislivello dell’area, esprimono una soluzione in un modo ben conosciuto e vissuto dagli abitanti della città. Salendo di livello si incontrano gli spazi dedicati ad uffici che si confrontano, da un lato, direttamente con i binari della stazione e, dall’altro, con una porzione di città attualmente ancora irrisolta, fatta di residenze basse e vecchi complessi popolari.
Per quanto riguarda la parte residenziale, la scelta vincente è stata di assegnare ai piani alti delle torri e al grattacielo le funzioni abitative e, all’interno di questi, di demandare alla diversificazione delle tipologie il ruolo di motore per un insediamento attivo in un edificio così grande; in questi volumi si organizzano magistralmente appartamenti a ballatoio, a soppalco, a distribuzione verticale multipla, dal bilocale fino ai due grandi duplex dell’attico.
Per la verità, in un paese in cui il rapporto con il verde e con il contesto viene avvertito come fondamentale (numerosi orti urbani occupano ancora intere porzioni del centro città), la scelta di abitare in un grande grattacielo può lasciare perplessi. Ma ancora una volta il progetto si fa carico di fornire le risposte più adatte: tutti gli appartamenti sono completamente vetrati ed aprono su ampi spazi esterni, balconi e logge, che restituiscono la vista del centro città, del castello, del paesaggio montuoso circostante, lasciando alla pelle e quindi alla volontà dell’abitante la possibilità di schermare o di mostrare.

Si può affermare che l’esperimento “Situla”, incuneato come un'enorme cerniera nelle dinamiche della città, può davvero generare il cambiamento di una zona fino a poco tempo fa ancora marginale e che, invece, può diventare un nuovo cuore pulsante della capitale slovena, attivando un esteso processo di contaminazione e di coinvolgimento urbano.

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